Bentrovati a Pulse, la newsletter dei Democratici Europei.

Alle soglie dell’autunno il mondo appare più frammentato, con nuovi focolai di crisi e una contesa sempre più netta tra scorciatoie autoritarie e la via — più faticosa ma necessaria — dei processi democratici. Negli ultimi tre mesi, questo “nuovo disordine” ha preso forma in due immagini potenti: Donald Trump che accoglie su un tappeto rosso Vladimir Putin in una base in Alaska per un’intesa sull’Ucraina che, due mesi dopo, non si è concretizzata; e la celebrazione a Pechino della presunta “vittoria cinese” nella Seconda guerra mondiale, con la sfilata di autocrati e la presenza di alcuni leader democratici, anche complice la scelta divisiva dei dazi da parte di Trump, che desta forte preoccupazione.
In Serbia, Turchia, Ungheria e Stati Uniti movimenti popolari — spesso guidati da giovani — stanno difendendo o reclamando libertà e Stato di diritto. E, su un altro fronte, la Generazione Z anima iniziative pro-democrazia e anti-corruzione in Nepal, Marocco, Indonesia e Madagascar, esperienze diverse tra loro, talvolta purtroppo sfociate in inaccettabili violenze.
Prima di raccontarvi però di come i Democratici Europei sostengono queste energie e lavorano per migliorare la nostra democrazia europea, abbiamo un importante annuncio da farvi: il 21 Novembre a Bilbao terremo il nostro congresso dal titolo "“All We Need Is Democracy“" (Tutto ciò di cui abbiamo bisogno è la democrazia). Sarà una occasione per discutere della lotta per le democrazie nel mondo, dei movimenti giovanili che le animano anche sui social network, e dell'alleanza che è necessaria tra tutte le democrazie - ad iniziare da quella europea - per tenere viva la fiaccola dei diritti, delle libertà e dello stato di diritto.


Stop the bully — Il PDE contro il ricatto. Ma l'Europa ha ceduto
Con la campagna #StopTheBully abbiamo chiesto un fronte unito e una risposta ferma ai nuovi dazi statunitensi: commercio equo, regole condivise, un partenariato transatlantico basato sulla reciprocità. L’esito purtroppo conferma i timori: l’UE si è piegata alla decisione unilaterale di Washington. Come ha detto il nostro presidente François Bayrou, quello è stato “un giorno buio”. Per noi il dossier resta aperto: servono un riequilibrio negoziale che tuteli imprese e lavoratori europei e una voce comune dell’Europa nelle relazioni globali. In una parola: un’Europa potenza.

Serbia europea — Studenti e società civile al centro, il PDE al loro fianco La missione a Belgrado di settembre ha dato continuità a mesi di sostegno concreto agli studenti e ai movimenti civici serbi che chiedono legalità, media liberi, elezioni eque. Il crollo della pensilina della stazione di Novi Sad del 1° novembre 2024 è diventato il simbolo di una protesta contro corruzione, impunità e cattiva amministrazione, ma anche contro un regime sempre più illiberale. Il 1° novembre (primo anniversario) resterà il momento della memoria e della richiesta di verità e responsabilità. Il PDE continuerà a esserci, perché — come ricorda il nostro Segretario Generale Sandro Gozi — la loro battaglia per democrazia e Stato di diritto è la battaglia di tutta l’Europa.
Francia e Italia — I confronti che servono all’Europa Alla conferenza d’autunno del MoDem in Provenza (fine settembre), abbiamo riportato al centro autonomia strategica europea, difesa dello Stato di diritto e crescita inclusiva. Gli Europe Days organizzati dal PDE con gli eurodeputati francesi hanno aperto spazi di confronto con i militanti. Pochi giorni dopo, alla Stazione Leopolda di Firenze con Italia Viva, lo stand PDE è stato punto di incontro col mondo del riformismo italiano. Nel dibattito “Leaders o followers, il dilemma europeo”, Sandro Gozi e Manuel Valls, moderati da Enrico Borghi, hanno discusso di quale Europa vogliamo: capace di guidare, non di inseguire.
A Parigi il seminario annuale del PDE — Riforme e sfide globali, agenda per il 2026 Il 4 settembre, nella sede del MoDem a Parigi, si è tenuto il seminario dei nostri europarlamentari, con François Bayrou, Sandro Gozi e il ministro degli esteri francesi Jean-Noël Barrot. In quella cornice abbiamo fissato le priorità per l’anno che ci attende: rendere la governance europea più efficace, dare una risposta al caro-vita che protegga famiglie e imprese, accelerare una transizione ecologica competitiva che non lasci indietro nessuno e rafforzare il ruolo globale dell’Unione. È emersa una richiesta chiara: una leadership europea credibile, capace di costruire alleanze e difendere le democrazie minacciate. Alla prossima!







