Dal Giappone all’India fino agli Stati Uniti: al Congresso dei Democratici Europei si discute come rafforzare la cooperazione tra democrazie in un mondo sempre più instabile.
Il secondo panel del Congresso del Partito Democratico Europeo, ospitato il 21 novembre al Bilbao Exhibition Centre di Bilbao, ha affrontato uno dei temi più urgenti del nostro tempo: come costruire una cooperazione internazionale più forte tra le democrazie, in un contesto globale segnato dall’ascesa di nazionalismi, populismi e regimi autoritari. Moderato dall’eurodeputata francese Laurence Farreng (MoDem / Renew Europe), il panel “Defending Democracy: A Global Alliance of Democrats” ha riunito tre voci provenienti da tre continenti: l’italo-americano Alan Friedman, giornalista e autore; Manish Tewari, deputato del Partito del Congresso indiano; e Yosuke Suzuki, parlamentare giapponese del Partito Costituzionale Democratico.
Friedman ha tracciato un quadro severo dei rischi che minacciano la democrazia liberale: dall’autoritarismo trumpiano alla crescita delle destre radicali in Europa, fino alle interferenze russe. Un monito netto: l’Europa deve difendersi contando innanzitutto sulle proprie forze e stringendo legami più stretti tra le sue componenti democratiche. Tewari ha offerto la prospettiva dell’India, ricordando la complessità e la vitalità della democrazia più popolosa del mondo. Pur riconoscendo le tensioni legate al nazionalismo, ha sottolineato che la risposta deve restare politica: conquistare consenso, parlare agli elettori, evitare la demonizzazione degli avversari e difendere i valori costituzionali attraverso la partecipazione democratica. Dal Giappone, Suzuki ha descritto uno scenario in rapido mutamento, con l’avanzata di partiti xenofobi e il rischio di una deriva più marcata verso la destra radicale. In un Paese dove la politica è percepita come distante, la sfida — ha spiegato — è riavvicinare i giovani, contrastare la disinformazione e difendere un modello di società inclusivo.
Il punto comune emerso dal panel è chiaro: le democrazie, oggi, non possono più difendersi da sole. Serve una rete internazionale di cooperazione, scambio e sostegno reciproco tra forze democratiche che condividono gli stessi valori. Ed è esattamente questo lo spirito che anima il PDE: costruire ponti, non muri, e rafforzare un fronte democratico globale capace di resistere alle derive autoritarie.




