Ciao a tutti e ben ritrovati al nostro consueto appuntamento con il Partito Democratico Europeo.
L’ultima volta che vi abbiamo scritto, avevamo da poco concluso il nostro congresso del 7 dicembre a Bruxelles e Donald Trump era appena stato eletto Presidente degli Stati Uniti: un’altra epoca, verrebbe da dire.
In questi due mesi, però, gli eventi mondiali hanno preso una piega che noi democratici europei non ci saremmo mai auspicati. Le dichiarazioni altisonanti del nuovo Presidente USA, con minacce di dazi anche verso gli alleati e persino l’idea di conquistare territori sovrani come Groenlandia, Canada o Panama; il discorso agghiacciante del vicepresidente JD Vance a Monaco; l’episodio drammatico del litigio alla Casa Bianca tra Trump e il Presidente Zelensky; il ricatto sulle terre rare in Ucraina; la recente sospensione della condivisione di informazioni di intelligence con Kiev e, infine, le parole sdolcinate di Trump nei confronti di Putin: tutte queste vicende hanno sconvolto chi crede nella libertà, nei diritti umani e nel diritto internazionale come strumento di risoluzione pacifica dei conflitti.
IN PIENO SOSTEGNO ALL'UCRAINA E ALL'EUROPA
Noi democratici europei non siamo rimasti a guardare. Abbiamo denunciato giorno dopo giorno quanto stava accadendo (e continuiamo a farlo), dichiarando apertamente il nostro sostegno all’Ucraina e al suo Presidente democraticamente eletto, Zelensky. Abbiamo anche appoggiato coloro – dal Presidente francese Macron in poi – che hanno alzato la voce e avanzato proposte concrete per uscire da questa crisi. Durante l’incontro alla Casa Bianca, il minuto di video che abbiamo pubblicato sui social mostra Macron che risponde a tono a Trump, rendendoci fieri di essere europei e smontando le menzogne del Presidente americano sull’Ucraina.
GUIDARE O ESSERE GUIDATI?
La nostra risposta come democratici europei non si è fatta attendere. In un contesto globale così mutato, con gli americani che pretendono di darci lezioni di democrazia mentre smantellano i propri pesi e contrappesi a casa loro, la sfida che poniamo all’Europa è semplice: vogliamo guidare o essere guidati? Dobbiamo alzare la testa, prendere in mano il nostro destino, o vogliamo rassegnarci a essere la periferia del mondo, mentre superpotenze – ottant’anni dopo Yalta – tentano di spartirsi ancora una volta zone d’influenza? Vogliamo un’Europa autonoma, protagonista nella competitività mondiale e nelle tecnologie del futuro (come digitale e intelligenza artificiale), nella difesa, nella cultura e nella formazione, così da costruire un’identità europea più solida che unisca le generazioni e prepari i giovani alle sfide di domani? E, per arrivarci, siamo pronti a varare una profonda riforma dei trattati, come già proposto nel nostro Manifesto per le elezioni europee del 2024? La campagna che abbiamo lanciato a febbraio, “To Lead or To Be Led”, ispirata al dubbio amletico, mostra chiaramente la nostra posizione: è tempo che l’Europa riprenda il controllo del proprio destino.
UN’EUROPA DELLA DIFESA
Uno dei temi cruciali su cui dobbiamo incidere, soprattutto alla luce del recente sconvolgimento globale, è quello di un’Europa della difesa. Il nostro presidente, François Bayrou (attuale Primo Ministro francese), lo ha detto chiaramente in un’intervista a Le Figaro: “Un’organizzazione di difesa europea è l’unica soluzione possibile”, poiché l’Europa non può più dipendere dalle garanzie di sicurezza degli Stati Uniti. Ha poi aggiunto che questo cambiamento ci costringe a ripensare il nostro modello, le nostre priorità e la visione del mondo che credevamo di conoscere, ora rivelatosi molto più pericoloso di quanto immaginassimo.
Lo stesso concetto è stato ribadito dal nostro Segretario Generale, l’eurodeputato francese Sandro Gozi, che ha sottolineato l’importanza di costruire una difesa europea all’interno delle istituzioni UE: “Penso che i Paesi che vogliono progredire debbano farlo, e sottolineo che devono farlo nel quadro dell’Unione Europea. Per la difesa, i trattati consentono la cooperazione strutturata per 3-4 Paesi che vogliano avanzare insieme. Per la sicurezza, possiamo creare gruppi d’avanguardia”.
In una situazione così complessa, è comunque fondamentale mantenere un legame solido con i nostri amici statunitensi, soprattutto con i democratici, che meritano il nostro pieno sostegno. Il nostro Segretario Generale, Sandro Gozi, si è recato negli Stati Uniti a fine febbraio in missione con la delegazione IMCO, dove ha incontrato esponenti politici di entrambi i partiti, stakeholder e professionisti per discutere di innovazione digitale, sicurezza informatica, intelligenza artificiale e concorrenza leale.
IL PONTE CON GLI STATI UNITI
In una situazione così complessa, è comunque fondamentale mantenere un legame solido con i nostri amici statunitensi, soprattutto con i democratici, che meritano il nostro pieno sostegno. Il nostro Segretario Generale, Sandro Gozi, si è recato negli Stati Uniti a fine febbraio in missione con la delegazione IMCO, dove ha incontrato esponenti politici di entrambi i partiti, stakeholder e professionisti per discutere di innovazione digitale, sicurezza informatica, intelligenza artificiale e concorrenza leale.
In quest’ottica, il PDE ha avviato una partnership con uno storico quotidiano della comunità italo-americana di New York – ormai punto di riferimento per tutti gli europei residenti negli Stati Uniti – creando la sezione “The Voice of Europe” sul sito “La Voce di New York” . Questa iniziativa intende essere un ponte ostinato di dialogo con gli Stati Uniti, nonostante la presidenza di Donald Trump stia andando in tutt’altra direzione.
L’ONDA ARANCIONE SI ALLARGA
L’onda arancione – arancione come il nostro nuovo logo – si allarga. Se a dicembre avevamo salutato con enorme soddisfazione la nomina del nostro presidente François Bayrou a Primo ministro francese, a febbraio un’altra piacevole sorpresa è arrivata a casa dei democratici europei: il presidente del nostro partito belga Les Engagés, Maxime Prévot, è stato infatti nominato vice primo ministro del nuovo governo e ministro degli esteri e degli affari europei, insieme a Jean-Luck Crucke (ministro del clima e della mobilità) e a Vanezza Matz (ministra della modernizzazione pubblica).
Nel frattempo, continua il lavoro del Partito Democratico Europeo per rafforzare i rapporti con nuove realtà del panorama politico. Ne è un esempio la visita che il nostro team ha fatto a Dublino a fine febbraio, incontrando gli amici di Independent Ireland. Da segnalare anche l’incontro a Palazzo Matignon, a Parigi, tra il Presidente del PDE (nonché Primo Ministro francese) François Bayrou, il Segretario Generale Sandro Gozi e Stefanos Kassellakis, presidente del movimento greco per la democrazia, una nuova realtà centrista con cui condividiamo molti punti in comune.
ALLA PROSSIMA !
In questo scenario mondiale così caotico, noi democratici europei cerchiamo di tenere la barra dritta, proponendo soluzioni per un’Europa più sovrana, più forte e più autonoma. Per farlo abbiamo bisogno anche del vostro sostegno, a partire dai social network dove la nostra visibilità è in forte crescita: potete seguirci su Instagram – dove abbiamo aperto anche un nuovo canale di comunicazione – su LinkedIn e su tutti gli altri nostri canali (elenco completo qui: https://linktr.ee/europeandemocrats). Siamo sbarcati anche su TikTok, per coinvolgere maggiormente il pubblico giovane. A proposito di giovani, abbiamo lanciato un programma dedicato: se hai meno di 30 anni – o conosci qualcuno interessato – visita o consiglia di visitare questa pagina: https://democrats.eu/en/you-are-europe/.
A presto!
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