Un mondo in bilico. Siamo più determinati che mai.
Gli ultimi due mesi ci hanno fatto vivere uno scenario internazionale sempre più teso. Donald Trump ha annunciato nuovi dazi doganali, alimentando ancora una volta il fuoco del protezionismo e rischiando di spingere l'economia mondiale su un pendio pericoloso. Come se non bastasse, abbiamo assistito a uno spettacolo vergognoso alla Casa Bianca: una lite pubblica con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, davanti alle telecamere, senza alcun rispetto né per le istituzioni né per la tragedia che sta vivendo il popolo ucraino.
In questo clima, il ruolo della leadership europea è diventato ancora più cruciale. Tra i leader europei, Emmanuel Macron si è distinto per la sua fermezza e lungimiranza, difendendo con coraggio i valori democratici, il diritto internazionale e il progetto europeo. Non possiamo che essere orgogliosi di averlo nella nostra famiglia politica, così come apprezziamo le parole forti e chiare del nostro presidente François Bayrou, primo ministro francese, che ha denunciato senza esitazione i rischi che il mondo corre con queste scelte infelici del nostro alleato americano.
Nel frattempo, il mondo ha perso una figura di pace e dialogo: Papa Francesco. La sua morte lascia un vuoto profondo, proprio mentre, nel giorno dei suoi funerali, rinascono deboli speranze per una soluzione diplomatica alla guerra in Ucraina. Una soluzione che auspichiamo vivamente giusta e duratura. Non possiamo tuttavia chiudere gli occhi su quanto sta accadendo negli Stati Uniti. L'espulsione di bambini piccoli, gli attacchi contro i giudici, il deterioramento dello Stato di diritto in quello che dovrebbe essere il faro delle democrazie occidentali sono segnali allarmanti. Siamo amici e alleati degli Stati Uniti, certo. Ma proprio per questo non possiamo rimanere in silenzio quando i principi democratici sono messi in discussione ed è proprio per questo che oggi ci sentiamo ancora più vicini ai leader democratici americani, che lottano ogni giorno per la democrazia.
Un nuovo amico in Grecia: il Movimento per la Democrazia entra a far parte del PDE.
Ad aprile abbiamo dato ufficialmente il benvenuto al “Movimento per la democrazia” nella famiglia del Partito Democratico Europeo. Questo nuovo partito greco, fondato da Stefanos Kassellakis, ha anch'esso l'obiettivo di difendere la verità, la giustizia e lo Stato di diritto in un paese duramente provato da un governo di destra talvolta illiberale. Si tratta di un progetto giovane, coraggioso, centrista e fortemente europeista, che siamo orgogliosi di sostenere, tanto che il nostro segretario generale Sandro Gozi e la nostra eurodeputata basca Oihane Agirregoitia si sono recati l'11 aprile ad Atene per un dibattito sullo Stato di diritto in Grecia, insieme ai nostri amici del Movimento per la Democrazia e al suo presidente Stefanos Kassellakis.
Parigi chiama: democrazia e libertà al centro del dibattito.
Il 24 marzo abbiamo organizzato a Parigi, insieme ai nostri amici di Renew Europe e Renaissance, il Democracy and Liberties Summit, un appuntamento importante in un momento storico in cui le libertà fondamentali sono minacciate non solo nelle autocrazie, ma purtroppo anche nelle democrazie consolidate. Il PDE ha fatto sentire la sua voce per difendere i diritti civili, le libertà individuali, il rispetto del diritto internazionale e l'indipendenza della giustizia: valori che devono rimanere non negoziabili per tutti coloro che credono nell'Europa. È stato il nostro presidente François Bayrou ad aprire il vertice con un discorso ispiratore, che ha unito le forze politiche di tutta Europa per difendere insieme le istituzioni democratiche, ma a Parigi erano presenti anche delegazioni di numerosi partiti nazionali.
San Sebastián e Las Palmas: il PDE vicino ai territori.
Negli ultimi due mesi abbiamo avuto il piacere di essere invitati a due importanti congressi dei nostri alleati spagnoli. Il 29 e 30 marzo, a San Sebastián, abbiamo partecipato al congresso dell'EAJ-PNV, il partito basco che da sempre incarna un'Europa forte delle sue identità locali ma proiettata verso un futuro comune. Durante il congresso è stato eletto un nuovo presidente, Aitor Esteban, che sostituisce Andoni Ortuzar: abbiamo quindi ringraziato pubblicamente Andoni, che è stato anche nostro vicepresidente per molto tempo.
Il fine settimana successivo siamo volati a Las Palmas, nelle Canarie, per il congresso della Coalizione Canaria. In un'Europa che vuole essere veramente unita, le sue regioni più remote devono sentirsi protagoniste e non periferiche. Siamo tornati a Gran Canaria il 25 e 26 aprile per un'iniziativa sull'immigrazione organizzata con i nostri amici della Coalición Canaria, alla quale hanno partecipato il nostro segretario generale Sandro Gozi e la nostra eurodeputata basca Oihane Agirregoitia: le Canarie, porta d'ingresso per molti immigrati provenienti dall'Africa, hanno bisogno di risposte forti da parte dell'Europa e noi saremo la loro voce a Bruxelles.
L'Italia che crede nell'Europa: Roma e Verona aprono la strada.
In Italia, il PDE ha sostenuto con convinzione due iniziative strategiche. A Roma, il 3 aprile, in occasione della conferenza “L'Europa indispensabile”, abbiamo favorito il dialogo tra cattolici democratici e riformisti, ribadendo che l'Europa non è solo un progetto economico, ma un grande progetto politico di libertà, pace e progresso.
Il 5 aprile a Verona abbiamo rilanciato l'idea degli “Stati Uniti d'Europa”, grazie anche al forte e appassionato intervento di Sandro Gozi. Non si tratta di un sogno astratto, ma di una necessità concreta per avere un peso in un mondo che cambia.
Ci sono momenti in cui essere moderati significa essere radicali nella difesa dei valori.
È uno di quei momenti. E non abbiamo intenzione di abbassare i toni.
Alla prossima!
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