I Democratici europei accolgono con favore l'accordo interistituzionale sulla creazione di un Fondo sociale per il clima, uno degli elementi centrali del pacchetto di aggiustamenti Target 55. Il Fondo ammonterà a 86,7 miliardi e sarà operativo per cinque anni a partire dal 2027, con la possibilità di anticipare di un anno. Fornirà finanziamenti agli Stati membri per sostenere le famiglie, gli utenti dei trasporti e le microimprese più vulnerabili che devono far fronte all'aumento dei costi dell'energia e dei trasporti che si prevede deriveranno dall'estensione del sistema di scambio di quote di emissioni dell'UE (ETS) a due nuovi settori, ossia l'edilizia e il trasporto stradale. Saranno ammissibili al fondo misure concrete, come il sostegno diretto al reddito, gli investimenti a lungo termine per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili aumentando l'efficienza energetica degli edifici, decarbonizzando il riscaldamento e il raffreddamento degli edifici, o fornendo un migliore accesso alla mobilità a zero e basse emissioni.
Durante i negoziati, il nostro gruppo parlamentare Renew Europe ha sostenuto la necessità di un Fondo ambizioso ed efficace, mirato alle persone più bisognose, garantendo che i cittadini vulnerabili possano ricevere pagamenti diretti dal Fondo, senza pregiudicare la possibilità di beneficiare anche di investimenti a lungo termine, contribuendo così a ridurre la povertà energetica e i divari di mobilità. Allo stesso modo, il nostro gruppo ha insistito affinché gli esborsi del Fondo europeo siano legati a quadri politici coerenti a livello nazionale, compresa la corretta attuazione del nuovo sistema di scambio di quote di emissione dell'UE, e a un sistema di monitoraggio forte e trasparente a livello europeo.
L'eurodeputato francese Marie-Pierre Vedrenne (Mouvement Démocrate), relatore ombra di Renew Europe per il Fondo sociale per il clima nella commissione parlamentare per l'occupazione e gli affari sociali (EMPL), ha dichiarato: " L'accordo raggiunto sul Fondo sociale per il clima e sulla riforma del mercato del carbonio è storico. L'Unione Europea è stata in grado di adattare gli strumenti a sua disposizione per raggiungere le sue ambizioni climatiche, rispondendo al contempo alle esigenze dei suoi cittadini colpiti dalla povertà energetica e dal divario di mobilità. L'Europa sta mantenendo la sua promessa: la transizione climatica sarà equa, sociale e non lascerà indietro nessuno!
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